Uno sguardo ai luoghi > Collezioni Comunali d'Arte > scheda descrittiva della sala 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SALA 2

(Cavalleggeri)


Il soffitto e il fregio


All’interno dell’appartamento del Legato questa sala rappresentava la seconda anticamera, dove attendeva la scorta costituita dai cavalleggeri. Il soffitto a cassettoni è stato ampiamente restaurato negli anni Trenta. Nel fregio alla bolognese posto subito sotto il soffitto, attribuito a Lionello Spada (Bologna, 1576-1622), telamoni in finto stucco o marmo, omaggio alla tradizione dei Carracci, supportano le travi. Ad essi si alternano riquadri con viluppi d’acanto alternatamente popolati da draghi ed aquile tra cui si posano le api dorate, emblema araldico del cardinal Legato Maffeo Barberini. Sulle pareti corte sono dipinti a trompe l’oeil gli stemmi del Pontefice Paolo V Borghese, del Comune di Bologna, del Legato, del Vicelegato e dell’Arcivescovo. Nella seconda metà dell’Ottocento questa sala fu ristrutturata, decorata con stemmi come la vicina Sala Urbana e dotata di un monumento, oggi perduto, dedicato a Pio IX. In tale occasione fu ribattezzata Aula Piana (1852).

 


Gli arredi


Questa sala presenta alcuni arredi di pregio del Sei-Settecento. Entrando a sinistra si incontra un tipico cassettone bolognese degli inizi del XVIII secolo, con fronte mosso a linea spezzata, quattro cassetti intarsiati, incorniciati da una modanatura scura. Nella parete successiva è posta una credenza in massello di noce di manifattura emiliana della seconda metà del Seicento (in parte rimaneggiata), articolata in sei parti con cassetti e quattro ante centrali incorniciate, con pomelli in ottone. Il grande leggio al centro, assieme ad un coro da chiesa in legno di noce (oggi esposto in Cappella Farnese), proviene dal lascito Pepoli; l’intero arredo (forse prelevato da una cappella di famiglia) nel 1911 era collocato in una sala di palazzo Pepoli e nel 1915 passò in deposito alla scuola professionale di Arti Decorative. Esso presenta un corpo rettangolare a pannelli incorniciati, sul quale poggia un sostegno, tornito a vite, recante il leggio intagliato. Nella sala si trovano inoltre due coppie di seggioloni bolognesi del XVII secolo, di provenienza Pepoli, con sedile e schienale in cuoio impresso e montanti a fiamme intagliate e dorate. Un altro seggiolone di provenienza Ignazio Rusconi, con sedile e schienale in cuoio, bordati in tessuto rosso, presenta traverse tornite con motivi a tortiglione.


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